Lavoro

Cercare un lavoro a Istanbul significa fare i conti con un “severo codice del lavoro”, valido per i locali come per gli stranieri.

La pressione fiscale è bassissima, il costo della vita pure e di conseguenza non c’è da stupirsi se lo stipendio medio di un operaio non supera i 7.000 € l’anno; quello di un impiegato si aggira attorno ai 10.000 € e un dirigente non va, in genere, oltre i 20.000€.

Oltre alle offerte d’impiego da parte delle multinazionali, il settore tessile è molto sviluppato e richiede sia lavoro creativo che mano d’opera. Anche gli impieghi “temporanei” sono molto diffusi e nelle zone turistiche non sarà difficile trovare lavoro in bar, caffè e ristoranti.

Tra i siti da consultare per trovare offerte di lavoro, si annoverano: www.turkeyjoblink.com, www.kariyer.net, www.yenibiris.com, www.insankaynaklari.com.

Anahtar relime” è il termine che corrisponde alla voce “offerte di lavoro”.

Quando siete sul posto, date un’occhiata anche all’inserto domenicale del quotidiano Hurriyet, IK (il cui significato “Insan Kaynaklar” sta per “risorse umane”). Qui si trovano annunci di lavoro in turco e in inglese.

Non scartate poi la carta delle istituzioni italiane, come l’Ambasciata italiana di Ankara, anche se non si tratta di un ufficio di collocamento e potrà essere più utile per chi in Turchia intenda fare impresa: www.ambankara.esteri.it

Fare impresa

Recentemente, Panorama ha pubblicato un post interessante in materia di “imprenditoria in Turchia” (http://economia.panorama.it /Turchia-fare-affari-nella-Cina-mediterranea). Secondo l’autore, “un basso costo del lavoro e un mercato interno di 75 milioni di abitanti con una crescente capacità di spesa”, dovrebbero incoraggiare quanti intendano puntare sul mercato interno (import-export) o su questo territorio per puntare su altri mercati in espansione come Europa dell’Est o Medio Oriente.