È un paese molto ricco, il primo in Sud America per il reddito pro capite più alto per abitanti, ma se la gioca con il Brasile e il Messico in quanto a sviluppo e ricchezza. Non si può dimenticare, comunque, che nel 2001 il paese visse un crisi economica epocale, dovuta ad un’improvvisa ed enorme fuga di capitali all’estero. Le misure adottate, tra cui il famoso corralito (blocco dei conti bancari, con limitazioni al ritiro di denaro), fecero esplodere il caos sociale, con tanto di saccheggi a tappeto dei negozi e dei centri commerciali, guerriglia urbana, che provocò la morte di una trentina di persone e l’emigrazione di molti argentini in Europa e soprattutto in Spagna. È soltanto dal 2003, con l’arrivo del peronista Néstor Kirchner (la cui moglie Cristina Fernández de Kirchner è l’attuale presidente in carica), e il suo rifiuto a pagare una grossa fetta del debito estero che i conti iniziano a tornare in nero e che il paese ricomincia a crescere (PIL al 7,5% nel 2010). Oggi, quello che è valido per molti paesi del Sud America – che già da alcuni anni rappresenta la nuova “mecca” per gli Italiani e gli altri Europei in fuga dalla recessione – è vero anche per l’Argentina: la politica del paese in fatto di immigrazione non è diversa da quella dei Governi nostrani (Italia e Europa): le porte sono aperte (e anche spalancate) per chi abbia soldi e intenda investire nel paese generando ricchezza. Per il resto, le difficoltà restano più o meno le stesse di un immigrato che tenti di stabilirsi alle nostre latitudini (fatte le dovute distinzioni).

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Se decidete di non regolarizzare subito la vostra situazione, fate attenzione: se avete ecceduto a risiedere nel paese al di là del tempo previsto dal permesso turistico – e “vi beccano” – dovrete pagare delle multe (circa 10 euro per ogni giorno in più); se non siete iscritti al’AIRE (anagrafe degli italiani residenti all’estero), il consolato italiano d’Argentina diventa per voi inutilizzabile; a volte, un permesso scaduto può provocare problemi con il conto in banca (se già l’avete aperto in Argentina) e i pagamenti verso l’estero vi potrebbero venire bloccati, una volta verificato – e l’impiegato di banca può farlo – che il vostro passaporto non è aggiornato a dovere. Tra i siti in cui potrete verificare le offerte di lavoro, il più noto è Computrabajo (www.computrabajo.com.ar), www.bumeran.com.ar, http://www.empleos.clarin.com/Postulantes, il classico Manpower o le altre società di lavoro interinale e, non da ultimo, i siti delle grosse aziende italiane che reclutano direttamente dall’Italia (Ansaldo, Tenaris-Dalmine, Pirelli, Eni, Benetton …). Ma tenete presente che molte imprese non vi contratteranno con un semplice visto turistico, puntate piuttosto su un permesso valido almeno un  anno. Un buon contatto può essere, inoltre, la Camera di Commercio Italo-Argentina (www.cacia.it), anche soltanto per inviare il proprio curriculum vitae che verrà inserito in un data base a disposizione delle aziende che cercano personale italiano. Per investimenti e attività di tipo imprenditoriale non trascurate di gettare un’occhiata al sito ufficiale del governo (www.argentina.gob.ar) e alla sezione Invertir en Argentina (www.argentina.gob.ar).

Alcune considerazioni, comunque, sono necessarie. Il tasso di disoccupazione è abbastanza elevato (8%); i salari non sono alti (da un minimo di 396 a una media di 789 euro al mese). Vero è che il costo della vita è molto, molto più basso rispetto all’Italia e con una media di 800 euro si può vivere più che dignitosamente, pagando un affitto di un appartamentino (camera, soggiorno e cucina). Se l’investimento immobiliare è in vista, contate su un valore medio, a Buenos Aires, di 1.200/1.300 euro al metro quadro (in quartieri medi come Barracas, Boedo, Chacarita, Flores, Monserrat), con punte che superano i 1.500 nei quartieri più prestigiosi (Palermo, Recoleta, Belgrano e Retiro). Per i “mollo-tuttisti”, alcuni blog/siti di connazionali rifugiatisi nel paese della Pampa torneranno utili. Tra questi, quello molto ben fatto della Comunità Italiana (www.largentina.org), che dà consigli utili per cercare lavoro e spiega molto bene come si vive paese paese d’adozione di questa comunità. Mario Linzi, invece, pensionato, redige un interessante blog che si rivolge soprattutto a chi, potendo contare su una minima rendita (o pensione), si trasferisce a vivere nel Mar del Plata.