Il diritto di scelta. Dopo anni passati sui libri a studiare svariate forme di diritto, non nego che mi fa un certo effetto, dover parlare di “diritto di scelta”. è un concetto ridondante non trovate? Il diritto ha in sè contenuto il concetto di scelta. Doverlo riaffermare come se fosse un qualcosa di nuovo ed estraneo al diritto stesso, sembra di perdere tempo su temi assodati. In realtà il diritto di scelta, è un diritto che solo noi privilegiati abbiamo. Miliardi di persone al mondo non hanno e non hanno mai avuto diritto di scelta. Per i bambini di Oaxaca, da alcuni anni può essere diverso.

Il centro si occupa di trovare un patrocinatore per questi bimbi: i partecipanti al progetto ad oggi sono prevalentemente stranieri; nessuna persona di Oaxaca patrocina alcun bambino del centro o passa con lui alcune ore del suo tempo; lo stesso stato Messicano non fornisce alcun tipo di aiuto/supporto al centro e ai suoi volontari.
Ma il centro si occupa anche di passare del tempo libero con bambini che altrimenti dovrebbero dedicare la giornata alle vendite in strada. Questo è compito dei volontari, volontari come noi che decidono di dedicare un pò di tempo libero e molto affetto a bambini che evidentemente sono solo in cerca di questo. Bambini che ti si aggrappano per una carezza, che banalmente ti chiedono una caramella, non una play station nuova, una caramella! Volontari come noi che poi, tristemente, scoprono che appena i bambini escono dal centro, sono di nuovo in strada a cercare di venderti qualcosa. Di venderti qualcosa di cui, a questi bambini, non importa nulla! Appena gli offri un biscotto, un lecca lecca, un gelato, si dimenticano il motivo per cui ti avevano avvicinato. Che dura deve essere per un bambino accettare di dover fare per tutto il santo giorno qualcosa di cui non gli interessa niente. Se pensiamo che gli stimoli per un bambino, per la sua crescita, per la sua creatività siano importanti, proviamo ad immaginare cosa passa per la testa di una bambina a cui, dopo averle regalato un cono gelato, viene portato via il regalo dalla stessa madre e in breve rispedita in strada. Io non riesco nemmeno ad immaginare come mi sentirei, perché i miei genitori mai e poi mai mi hanno privata di qualcosa per tenerselo loro. Credo che sia la massima espressione del soccombere, la privazione di ogni diritto, di ogni riconoscimento di essere semplicemente sereni se non felici, il miglior modo per sentirsi “una nullità”, l’ultimo degli ultimi.