Site icon Mollare Tutto

Mollo tutto e mi trasferisco in Nuova Zelanda

trasferirsi in nuova zelanda

Vivere in Nuova Zelanda, terra di Maori e Kiwi

La terra de Maori, una tribù polinesiana arrivata in Nuova Zelanda in canoa da Hawaiki, fu popolata circa 1.000 anni fa, ma, come è accaduto spesso, fu la colonizzazione occidentale (principalmente britannica) che iniziò a forgiare i connotati “moderni” di questo paese. Un paese piccolo – paragonabile al Giappone – con appena 4,4 milioni di abitanti. Questi si concentrano nella principale delle due isole che costituiscono lo stato insulare dell’Oceania, sito nell’oceano Pacifico meridionale.

Apparentemente, la questione “dei nativi” rappresenta un paragrafo abbastanza positivo nella storia del paese, se paragonato ad altre storie coloniali. Con il trattato di Waitiangi del 1840, infatti, veniva riconosciuta da una parte la sovranità della corona britannica sul territorio e dall’altra la protezione della lingua e cultura Maori, nonché l’autorità degli autoctoni sulle loro terre. Ma, se si deve credere alla letteratura e ai film che narrano la storia dei nativi inurbati nella periferia di Auckland (una delle due principali città neo-zelandesi), la bilancia pende ancora e sempre a sfavore di chi la terra l’ha abitata per primo.

Fatto sta che, rispetto ad altri paesi, la Nuova Zelanda è uno di quelli in cui la furia coloniale dovrebbe aver fatto meno danni, avendo saputo abbastanza conciliare due mentalità completamente diverse. In questo modo, la cultura inglese si è mescolata a quella Maori e il mix risulta certamente interessante. Per fare un esempio, gli sportivi, conoscono molto bene la Haka, una suggestiva, coreografica e temibile danza guerriera con la quale l’invincibile squadra di Rugby neo-zelandese All Blacks intimorisce gli avversari all’inizio di ogni partita. La cultura Maori è, ovviamente, molto più di questo e per conoscerla il modo migliore è fare una full immersion nelle loro terre, affidandosi a tour operator locali che organizzano soggiorni in cui è possibile vivere con la popolazione.

La Neo Zelanda oggi è una monarchia costituzionale abitata soprattutto nella sua parte Nord. Delle due isole principali, la North Island è, infatti, la più popolata e si presenta in tutta la sontuosità delle sue spiagge, i vulcani, le zone geotermiche e i numerosi segni lasciati dall’eredità Maori. Si trovano qui le due città principali: Wellington e Auckland. La South Island – soprannominata isola verde o di giada – è forgiata da un paesaggio mozzafiato e da una natura selvaggia ben preservata. Qui risaltano soprattutto le cime innevate – le Alpi che la attraversano in tutta la sua lunghezza e la separano in due – i ghiacciai, i laghi alpini e le piste da sci. Mentre a Kiakoura l’osservazione del passaggio ciclico delle balene è lo sport nazionale, la natura allo stato più selvaggio si dà appuntamento a Rakiura, un’incontaminata isolata che si trova un poco più a Sud.

Wellington – situata a Sud dell’Isola del Nord – è la capitale amministrativa.
Ma la città più grande della Nuova Zelanda, quella che accoglie circa il 30% della popolazione, è Auckland. Approda qui la maggior parte dei migranti che decidono di veleggiare verso Aotearoa (Nuova Zelanda in Lingua Maori).

I neo-zelandesi sono anche soprannominati “kiwis”, dal nome del famoso frutto che si produce sulle loro terre e viene esportato in tutto il mondo. L’allevamento estensivo di pecore in sconfinati prati verdi è una delle immagini nazionali più conosciute al mondo.

Voglia di trasferirsi? Ecco tutto quello che c’è da sapere per chi voglia tentare la sorte a più di 18mila chilometri dall’Europa, in un paese ben ancorato nelle sue origini, ma moderno e dinamico, che ha saputo guidare con saggezza espansione e sviluppo economico.

Mollare tutto per vivere e lavorare in Nuova Zelanda

Kia Ora, ovvero ciao, benvenuto, si dice in lingua Maori, una delle due lingue ufficiali della Nuova Zelanda, oltre all’inglese neo-zelandese. Queste sono le lingue – l’inglese in primis – da dover masticare bene per poter vivere e lavorare in questo paese.

Affrontare il tema dei visti per lavorare in un paese fuori dalla zona UE non è mai semplice, però qualche spiraglio a volte si trova. Intanto, gli italiani sono tra gli europei autorizzati a viaggiare per turismo senza visto (lista dei paesi: http://glossary.immigration.govt.nz/VisaFreeCountries.htm). Vi sono però dei documenti obbligatori da produrre: passaporto valido 6 mesi dopo la data del ritorno nel paese d’origine; biglietto aereo di andata e ritorno; giustificativo di domicilio nel periodo di residenza (prenotazione hotel, indirizzo della casa dove si vivrà); denaro necessario al proprio mantenimento. Tutte le informazioni relative si possono reperire contattando l’Ambasciata di Roma (www.nzembassy.com/italy).

Quando, invece, si parte per lavorare, i visti sono necessari, ma per i cittadini italiani entro una certa fascia d’età c’è una buona notizia. Grazie agli accordi con le autorità neo-zelandesi, un giovane – tra i 18 e 30 anni – ha diritto a un permesso “vacanza-lavoro”. Questo gli permetterà o di viaggiare nel paese per 20 mesi o di lavorare. Questo tipo di visto può essere richiesto anche online e viene concesso automaticamente (www.immigration.govt.nz) . Va da sé che, se rientrate in quella fascia d’età, l’occasione è da prendere al volo per un primo approccio in questo lontano paese e per tastare il terreno prima di prendere una decisione che potrà influenzare la vostra vita a lungo temine.

Per tutti gli altri visti di lavoro le cose come logico, sono più complicate, ma non troppo, perché, ancora oggi, la Nuova Zelanda è un paese aperto all’immigrazione a determinate condizioni: si ha in mano un’offerta di lavoro da parte di un’impresa neo-zelandese; si è in possesso di una qualifica speciale; si rientra in una determinata categoria di lavoratori (vedi lista nel sito: (www.immigration.govt.nz/); si rientra in un piano di scambi del Governo locale.

Il primo passo, poi, verso l’ottenimento della residenza permanente è l’essere iscritti come “Skill Migrant Category” (Migranti con abilità/competenze). Il sito di riferimento è www.immigration.govt.nz/migrant/stream/work/skilledmigrant/.

Il sistema di sanità pubblico neo-zelandese offre una copertura gratuita a tutti i cittadini per quanto riguarda le cure di base e quelle ospedaliere (esami medici, vaccini). Alcune prestazioni sono parzialmente sovvenzionate. Esistono poi strutture private completamente a pagamento. Naturalmente, anche i residenti stranieri hanno diritto allo stesso trattamento ma devono soddisfare i seguenti requisiti: aver ottenuto lo statuto di residenza permanente o essere titolare di un permesso di lavoro da più di due anni. Vedi anche sito: www.health.govt.nz/ .

In tutti gli altri casi, sarà necessario sottoscrivere un’assicurazione privata. Per avere un’idea dei costi sanitari, una visita presso un medico generalista può costare intorno ai 28/35€; per una visita dentistica bisogna prevedere un esborso che va da 30 a 55€.

Per aprire un conto in banca, infine, bastano: il passaporto, il visto e un’attestazione di domicilio. Molte banche permettono di aprire conti online dal proprio paese. Potrete già aprire un conto dall’Italia e usufruire dunque di “immigrant banking packages” (pacchetti bancari per gli immigrati). Al vostro arrivo, dovrete semplicemente andare sul posto per firmare i documenti originali.

La valuta è il dollaro neo-zelandese (SNZ) e corrisponde più o meno a 0,63€. Tra i principali istituti bancari (oltre alle filiali delle banche straniere), figurano: The National Bank (www.nationalbank.co.nz/personal); BNZ-Bank of New Zeland (www.bnz.co.nz); ANZ-New Zeland (www.anz.co.nz/personal); HSBC New Zeland (www.hsbc.co.nz/1/2/nzm2) .

Il costo della vita, l’immobiliare, il lavoro in Nuova Zelanda

Secondo una recente statistica Forbes, che incrocia dati tra le esigenze degli espatriati e le caratteristiche dei vari paesi (qualità della vita, cesta della spesa, sanità, sicurezza), la Nuova Zelanda è il posto migliore dove vivere, assieme all’Australia. Seguono il Sud Africa e il Canada (www.expatexplorer.hsbc.com/#/findings).

Secondo il Time poi (http://newsfeed.time.com/2012/01/18/where-are-the-worlds-friendliest-countries), i motivi per cui la Nuova Zelanda è tra i paesi più “felici al mondo” sono: lontananza dallo stress del mondo globale; programmi sociali di qualità; focus su famiglie e attività sportive all’aperto; numero più ridotto di popolazione che permette una migliore assimilazione delle forza lavoro e quindi un basso tasso di disoccupazione; livelli bassi di povertà e criminalità.

Stabilirsi qui può, quindi, risultare una buona carta da giocare! Per quanto riguarda le spese da affrontare, l’immobiliare è una di queste. Auckland è la più cara tra le città e in generale i costi degli alloggi non sono così economici. Per l’affitto di una casa individuale si va dai 750 a oltre 1.200€ al mese. Il prezzo “mediano” per l’acquisto di un alloggio a Auckland (la città più popolosa)è attorno ai 298mila€; a Wellington siamo sui 240mila e a Christchurch (la terza città più importante) la cifra si aggira attorno ai 200mila (Dati maggio 2011 elaborati da Reinz: www.reinz.co.nz/Reinz/public/public_home.cfm).

Conoscere un po’ di terminologia può essere utile. Ricapitoliamo le diverse tipologie di alloggio che si trovano in affitto o vendita in Nuova Zelanda: apartment (un appartamento in un immobile o singola casa); flat (casetta addossata); house o townhouse (è una villa o casa singola con piccolo giardino di proprietà). Per l’acquisto di un immobile, leggere gli annunci sui giornali locali, partecipare alle aste o recarsi in una delle numerose agenzie. Tra queste: www.realestate.co.nz, www.realestate.co.nz, www.leaders.co.nz, www.ljhooker.co.nz, www.harcourts.co.nz, www.guardianfirstnational.co.nz.

Tra l’altro, una volta residenti in modo regolare nel paese, gli espatriati possono iscriversi al programma di alloggi ad affitto moderato gestito dal governo: www.hnzc.co.nz/home.

Nonostante il tasso di disoccupazione sia recentemente salito (siamo a oltre il 6%), la cifra resta irrilevante rispetto a quelle che si stanno registrando in Europa. Dunque, possiamo affermare che il paese offra opportunità ai connazionali in cerca di lavoro. Ultimamente, poi, proprio di Wellington si è parlato anche sulle cronache italiane (www.corriere.it/cronache/12_aprile_04/kay-nuova-zelanda-studenti-internazionali_13fb8ba2-7e34-11e1-b61a-22df94744509.shtml) per le opportunità offerte dall’Università di questa città a caccia di “materia grigia “ internazionale. Tra le facilitazioni: tasse ridotte per il dottorati; opportunità facilitazioni nel cercare lavoro. A tutti gli studenti stranieri neo-laureati, poi, viene concesso un “graduate job search visa”: un visto che permette di restare nel paese per cercare lavoro per un anno ulteriore.

Tra le specialità maggiormente richieste figurano materie scientifico-tecniche e quelle legate alla sanità: medici e infermieri. Le opportunità non mancano anche nel commercio e nel turismo. L’IRD sarà necessario per poter svolgere una qualsiasi attività lavorativa nel paese. È un numero (equivalente più o meno al nostro codice fiscale) che si deve richiedere presso l’Inland Revenue. Per la ricerca del posto di lavoro, consultare gli annunci dei principali quotidiani (The New Zeland Herald, The Domingo Post, The Press). Le agenzie di lavoro ad interim locali hanno delle efficienti banche date e possono essere un’interessante fonte d’informazione, soprattutto se si vuole imparare a scrivere un curriculum “alla neo-zelandese”. Tra queste: www.seek.co.nz, http://mycareer.com.au/jobs/new-zealand, www.newkiwis.co.nz, www.myjob.co.nz, www.careerjet.co.nz.

Non sottovalutate l’apporto che può fornire la Camera di Commercio Italiana, situata a Wellington: www.iccnz.com.

Chi avesse poi un’anima veramente ecologica, potrà trovare in Nuova Zelanda la sua oasi quadro del Volontariato Internazionale. Le attività si svolgono essenzialmente nell’ambito della conservazione del territorio, l’ecologia, l’agricoltura, l’orticoltura. I siti di riferimento sono: www.doc.govt.nz/getting-involved/volunteer-join-or-start-a-project/volunteer, www.conservationvolunteers.org.nz.

Anche i lavori stagionali legati all’agricoltura offrono numerosi posti di lavoro legati alla raccolta: www.picknz.co.nz, www.hortnz.co.nz.

Sul fronte della piccola, media o grande impresa, nella città di Auckland non sono poche le attività di ristorazione e turismo gestite da italiani. Nonostante la distanza dal resto del mondo, l’economia neo-zelandese è molto aperta. Per la creazione dimpresa il Governo ha creato un sistema online molto efficiente. Oltre a registrarsi presso il “Registrar of Incorporated Societies Ministry of Economic Development”, tutto quello che c’è da sapere a livello burocratico si trova al seguente link: www.business.govt.nz/companies/learn-about/starting-a-company.

Naturalmente, la succitata Camera di Commercio italiana sarà da consultare per qualsiasi informazione in loco.

Italiani in Nuova Zelanda

È proprio il presidente della Camera di Commercio Italiana a Wellington a fornire un esempio di migrazione riuscita. Antonio Cacace, della costiera amalfitana, vive a Wellington da oltre dieci anni e gestisce una fortunata attività d’importazione di prodotti gastronomici italiani. Un contatto che dovrà essere sfruttato appena giunti nel paese. Il blog di Marina, poi molto lirico e con foto bellissime, apre uno sguardo generoso su questo paese che sa d’incanto: http://kiaora-rimama.blogspot.com.es

* Tra le varie fonti, molti contributi sono tratti da: www.expat-blog.com

Exit mobile version