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Paolo Lodi: un architetto italiano in Giappone

Paolo Lodi: un architetto italiano in Giappone

Paolo Lodi: vi racconto come si vive in Giappone

La dedizione al lavoro e al capo dell’azienda! E’ tutto quello che oggi resta nei giapponesi degli antichi samurai.

Almeno, secondo Paolo Lodi, 59 anni, romano, architetto, che nella terra di Yukio Mishima ha vissuto per 25 anni, gestendo una trattoria, scrivendo libri (vedi Le capitali del Giappone Storia urbanistica e sociale delle città capitali giapponesi prima di Edo) e insegnando italiano.

Nell’intervista rilasciata alla redazione Lodi guarda al Giappone in chiaroscuro ci racconta l’esperenza di vivere in Giappone e dice: Qui non ci sono file in banca o alla posta, le tasse si pagano facilmente, perché il modulo è semplicissimo, i soldi, in casi di rimborsi, vengono restituiti subito. In compenso, i posti per passeggiare sono pochissimi, le città sono tutte uguali, gli edifici e i luoghi storici non sono conservati come dovrebbero, l`estate é quasi insopportabile per l`umidità tropicale, non ci sono spiagge degne di questo nome, nonostante il Paese sia composto da migliaia di isole (escludendo Okinawa). La vita è frenetica, si lavora tanto e spesso la domenica i treni arrivano in ritardo, perché c’è qualcuno che si toglie la vita.

Ci racconta perché ha cambiato vita e lavoro?

Dopo la laurea alla Sapienza di Roma sono stato uno dei pochi fortunati a trovare subito un lavoro come architetto storico presso una società costituita anche dal mio professore di Università. Ho lavorato per circa un anno e mezzo prima di trasferirmi in Giappone.

Poi?

Mi sono trasferito in modo permanente non per mia volontà. Mentre lavoravo a Roma ho fatto domanda per una borsa di studio di due anni per il Giappone e l’ho vinta. Sarei dovuto rimanere solo due anni presso l`Università di Kyoto. Ma già all’inizio rinunciai a sei mesi per non lasciare subito il mio lavoro a Roma. Quindi la mia permanenza in Giappone si era già ridotta a un anno e mezzo.

Cosa è successo?

Tornato a Roma dopo circa sette – otto mesi per una vacanza, ho trovato una brutta sorpresa! La società per cui lavoravo era fallita e il mio professore mi consigliò di tornare in Giappone Non volevo restare qui. Sono stato costretto. Comunque ho trovato subito un lavoro come architetto-urbanista a Osaka, dopo la borsa di studio.

Conosceva il Giappone prima di trasferirsi?

Si, ma solo in modo superficiale. Mi interessavano la lingua, l’arte (Ukiyo-e) e l’architettura antica.

Dove vive ?

Ho vissuto in varie città da Kyoto a Osaka a Nishinomiya. Per ultimo ho abitato ad Ashiya, vicino Kobe e ho lavorato a Kobe.Kobe è una città portuale con colline e monti subito dietro. Dopo Yokohama è uno dei porti più importanti del Giappone. Nonostante questo si consuma molta carne. Kobe si trova nella regione del Kansai, che comprende anche Kyoto, Osaka e Nara. La prefettura si chiama Hyogo. A Kobe é famosa la zona in collina (Kitano) per la presenza di molte residenze in stile coloniale dei primi stranieri arrivati in Giappone alla fine del XIX secolo.

Quanti abitanti ha?

Kobe ha circa 1.500.000 di abitanti, é densamente popolata come tutta la zona. Non si sa quando inizia o termina una città. Tra Kobe e Kyoto (circa 50 Km) c’è tutta una serie di edifici. Il verde latita, ma andando sulle vicine montagne si trova.

Come sono gli abitanti? 

Gli abitanti sono abbastanza cordiali anche se gli abitanti di Kobe sono, come quelli di Osaka, molto presi dagli affari. Ci sono molti stranieri anche per la presenza del porto. C’é una China Town ufficiale, ma noi italiani siamo pochi rispetto a quelli presenti a Tokyo o Osaka.

Gli edifici sono tutti quanti antisismici? E come sono fatti?

Oggi costruiscono edifici per abitazioni tutti uguali. Non c’é una differenza di stile tra città e città. Gli edifici dovrebbero essere tutti antisismici, ma quando arriva un terremoto abbastanza forte si scopre che non tutti lo sono. Un pò come in Italia. Gli edifici monofamigliari continuano ad essere costruiti in legno, ce ne sono moltissimi, mentre gli altri sono costruiti in acciaio e cemento spesso prefabbricato. La situazione comunque e’ cambiata in meglio dopo il 2011.

E’ vero che gli appartamenti dei giapponesi sono molto piccoli, e hanno volte  basse?

Sì, gli appartamenti sono tutti piccoli rispetto ad uno di pari grado in Italia. Soprattutto i soffitti raramente arrivano ai 2,70 metri  di altezza. Di solito sono 2,30 o anche meno. Le finestre negli edifici più vecchi sono alte 1,80 e i balconi sono presenti solo come ornamento. Mai visto un giapponese affacciato al balcone. Di solito sono usati per stendere i panni o per appoggiare i macchinari per l’aria condizionata.

Difficile abituarsi!

Beh, lo straniero, se è abbastanza alto, dovrà abbassare la testa.

Il Giappone è tutto quanto sismico?

Sì, al cento per cento, trovandosi su una faglia sismica.

Dalle sue parti si circola in bicicletta, in auto o si usano i mezzi pubblici?

Si usa di tutto.

Cosa colpisce subito del Giappone?

La grandezza e il grigiore della maggior parte degli edifici nelle grandi città. La tranquillità degli edifici religiosi.

Il Giappone è tanto lontanodallItalia?

Sì, é molto lontano. Per il suo stile di vita. In comune c’è la voglia di conoscere il nostro Paese, come da parte nostra c’é voglia di conoscere il Giappone.

E’ proverbiale la cortesia dei giapponesi. Epuro formalismo?

Un po` tutti e dueSono cordiali al lavoro, a contatto con il pubblico, ma per formalità, molto meno in ufficio, o a casa.

Tengono allapparenza o sono persone molto pratiche?

Sì, Soprattutto le donne, che seguono spessissimo la moda. Molto spesso si trovano donne e ragazze eleganti o almeno si vede che cercano di esserlo. Molto ricercate nella cura del corpo.

E le donne, come sono? Usano ancora il kimono?

Il kimono si usa solo per occasioni particolari, matrimoni, feste, funerali e al compimento del ventesimo anno (in Giappone si é maggiorenni a venti anni).

A proposito di donne, le geishe hanno paralleli in Italia?

No, non credo. E` una figura tipica giapponese per intrattenere soprattutto gli stranieri o giapponesi facoltosi, niente a che fare comunque con la prostituzione di strada o di bordello.

Quali sono le città imperdibili, oltre a Tokyo, Hiroshima? Quelle in cui è più sicuro vivere?

Come sicurezza va bene qualsiasi città. Di Hiroshima, visto che la nomina, é d`obbligo visitare il cosiddetto museo della bomba. E’ una città molto moderna, ma non é una città così viva come possono esserlo Tokyo, Osaka e Kobe.  Da non perdere come turista ci sono Kyoto, Nara e Nikko (vicino Tokyo). Se si cercano elettronica, manga, anime e simili c’é il paradiso degli otaku (i superfanatici di queste cose) a Tokyo nella zona di Akihabara, chiamata Akiba.

Le città sono molto inquinate?

L’inquinamento é abbastanza controllato, anche se nelle periferie ci sono ancora fabbriche che hanno ciminiere fumanti e inquinanti!

contro la delinquenza la polizia agisce in modo tempestivo?

Questo non posso dirlo di preciso, ma non mi sembrano molto efficaci nel contrastare la delinquenza soprattutto giovanile e della cosiddetta Yakuza (mafia giapponese), che sembra anzi essere sopportata in silenzio! Inoltre pare che ultimamente i giovani iniziano a fare uso di droga.

Tradizione particolari giapponesi?

Come ho detto in precedenza, l’uso del kimono in occasioni particolari, feste tipiche legate al buddismo e allo scintoismo.

Piatti tipici?

Naturalmente il sushi e il sashimi, ma anche piatti regionali come l’okonomiyaki (cosiddetta pizza giapponese, fatta con varie verdure), il takoyaki (palle di farina, verdure e un pezzo di polpo, da cui il nome), tipici della zona di Osaka e Kobe (Kansai).

La religione predominante?

Il buddismo e lo scintoismo convivono. Spesso in un tempio buddista o nelle sue immediate vicinanze c’é un tempio shinto. Lo scintoismo é la religione nativa giapponese, mentre il buddismo venne introdotto dalla Cina e dalla Corea.

Cosa è rimasto dello spirito degli antichi samurai?

La dedizione al lavoro e al capo dell’azienda!

I giapponesi tengono alla famiglia o sono individualisti?

Tutti e due. La famiglia è il posto di lavoro. Dopo il matrimonio spesso i rapporti si raffreddano e ognuno va per conto suo. Il marito esce spessissimo la sera con i colleghi di lavoro, mentre le mogli restano a casa. Le mogli escono a pranzo con altre amiche.

Il valore a cui tengono di più?

Il proprio lavoro.

Dunque, è vero che i giapponesi vivono per lavorare?

Si, é ancora molto vero, anche se ci sono dei piccoli cambiamenti nelle nuove generazioni.

Ma si concedono una tregua, un giorno di riposo?

Certo, ci sono giorni festivi oltre la domenica. Anzi, contandoli, i giorni festivi sono più di quelli di italiani, ma loro non hanno le vacanze estive. Le vacanze più lunghe sono a fine aprile nella cosiddetta Golden Week, quando hanno circa una settimana piena di vacanze! Le vacanze degli studenti sono naturalmente più lunghe.

Forse per leccessiva competitività e la vita molto frenetica, ci sono tanti suicidi. Giusto?

Sì, la percentuale dei suicidi é molto alta. Soprattutto la domenica ci sono spesso ritardi nei treni dovuti a persone che si suicidano sotto i binari.

Come si trascorrono in genere le serate?

Se si lavora la sera si esce con i colleghi e ci si va ad ubriacare in compagnia. Per gli stranieri ci sono locali ad hoc, dove si incontrano stranieri e giapponesi.

Quanto è difficile per un italiano imparare il giapponese?

Per la pronuncia non ci sono difficoltà particolari. La scrittura e la lettura sono un problema per la presenza degli ideogrammi (kanji). Spesso anche i giapponesi stessi hanno difficoltà a leggerli!

Si trova lavoro e in quali settori?

Ora che la crisi é globale, anche in Giappone non é facile trovare lavoro come lo era fino a una ventina di anni fa! Per un italiano le uniche possibilità occupazionali sono fare il cameriere o insegnare italianoComunque, é sempre meglio informarsi prima di arrivare, perchè qui in teoria non si può lavorare senza permesso di soggiorno. Che si ottiene prima di arrivare. Con il visto turistico (3 mesi) si può fare qualcosa in nero!

La letteratura giapponese è una delle più apprezzate al mondo. Quale autore secondo lei rimane ancora attuale? E quindi rappresenta il Giappone oggi?

Forse Murakami. Ma io preferisco i classici come Kawabata. Banana Yoshimoto ora è in calo anche in Giappone, ma purtroppo non conosco altri autori recenti.

Le Università come sono?

Sono tutte a numero chiuso e con esame d`ingresso. Le Università hanno un grado di importanza . Tokyo é la prima, Kyoto la seconda e così via. Si studia moltissimo per superare l’esame d’ingresso, mentre non si studia molto per uscirne.

Quali sono le potenzialità del Giappone?

Le potenzialità sarebbero molte, ma tutto dipende sempre dai politici. E quelli attuali non sembrano in grado di fare molto.

Per scrivere a Paolo Lodi

architalia@me.com

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