Vademecum per l’espatrio negli USA

Oggigiorno, non è così semplice recarsi negli Stati Uniti neanche per fare del semplice turismo. Quello che conta è come sempre informarsi bene e il primo indirizzo utile è l’Ambasciata degli Stati Uniti in Italia (http://italy.usembassy.gov/). Tra le cose da sapere, in primis, è che per recarsi anche solo per svago negli Stati Uniti è richiesto il passaporto elettronico con il chip. Per cui, se avete intenzione di recarvi negli States anche solo per turismo, effettuate quanto prima il cambiamento. Inoltre, la validità, come sempre, dovrà essere pari a sei mesi dopo la data del rientro. Gli italiani, come i cittadini provenienti da altri 35 paesi, non hanno bisogno di visto turistico e possono aderire al programma “Viaggio senza Visto” (Visa Waiver Program) ma devono fare una domanda elettronica di autorizzazione al viaggio ESTA (Electronic System fot Travel Authorization) almeno 72 ore prima della partenza e sempre attraverso il sito dell’Ambasciata. Questa richiesta si paga (circa 10 € – verificate però sempre il cambio dollaro euro) e una volta ottenuta, l’autorizzazione è valida per due anni (ma ogni volta che si conti di usarla andrà attualizzata con i dati sul volo). Con questo semplice procedimento si può restare nel paese per un massimo di 90 giorni. Si tratta di un visto turistico e non abilita a lavorare nel paese: www.esta.us.

Visto lavorativo per gli USA

Al contrario, per lavorare negli USA occorrono i visti e qui la faccenda si complica. Ve lo diciamo subito, non è facile districarsi tra i numerosi tipi di visti richiesti per svolgere la propri attività lavorativa negli Stati Uniti. In questa sessione proviamo però a darvi qualche dritta. Per poter lavorare negli stati Uniti bisogna essere “sponsorizzati” da un’azienda e questo passa per diverse opzioni di cui vi parliamo in modo più approfondito nel capitolo seguente. I diversi tipi di visto sono elencati per categorie professionali sul sito dell’Ambasciata (http://italian.italy.usembassy.gov/visti.html). I più diffusi sono quelli di tipo “H”, “L”, “Q” per lavoratori temporanei ed “E” per chi crea impresa.

C’è poi la famosa “green card” (carta verde), protagonista di tanti film. Ricordate il famoso titolo con protagonisti Gérard Depardieu e Andy Mac Dowell? Ebbene è proprio vero che un metodo molto facile per ottenerla è sposarsi con un autoctono/a. Ma, siccome si suppone che si preferisca sposarsi per amore, i modi per ottenere la sospirata carta di residenza permanente, e quindi poter lavorare in modo regolare negli Stati Uniti senza bisogno di visti, ci sono, ma non sono né facili né immediati. Bisogna, prima di tutto, avere un lavoro e uno sponsor (l’azienda che ha deciso di assumervi) e farne richiesta all’ufficio immigrazione americano U.S.C.I.S. (www.uscis.gov/portal/site/uscis), che attribuirà un numero al richiedente (questo può prendere molto tempo in funzione delle quote nazionali stabilite di anno in anno). Con il numero ottenuto, e dopo aver passato una visita medica, tra cui il test sull’AIDS, dovrete dimostrare di non avere antecedenti penali né personali, né famigliari e vi verranno poi prese le impronte delle impronte, solo così potrete ottenere la carta verde, ma non subito! Questa procedura può prendere fino a cinque anni. L’unica cosa da fare? Armarsi di pazienza e coraggio oppure, giocare al lotto! Non è uno scherzo, se si è baciati dalla dea bendata, si può vincere una delle carte verdi (50.000) messe in palio ogni anno dalla lotteria indetta dal Governo. Per partecipare, basta andare sul sito www.usagreencardlottery.org e seguire le istruzioni! Naturalmente, oltre a tutto ciò, la prima cosa da sapere, imprescindibilmente, è la lingua del paese. L’inglese è la lingua ufficiale di fatto ma sono molte le lingue che si parlano nel paese, tra cui l’italiano (New York, New Jersey, Connecticut, Rhode Island, Vermont, Pennsylvania), il francese, lo spagnolo e persino il creolo.