Vivere, lavorare, investire in Argentina

Nonostante la presenza in massa “dei figli, nipoti e pronipoti” frutto dell’emigrazione italiana della prima metà del ‘900, non fatevi illusione, pochissimi parlano la lingua madre dei loro antenati. Quindi, lo studio dello spagnolo prima di partire, all’Istituto Cervantes o in loco, sarà necessario. Come per molti paesi del’’America Latina, partire in Argentina per un periodo inferiore ai tre mesi non richiede alcun visto particolare, basta soddisfare la classica formalità del passaporto valido per almeno sei mesi. Ma per “il mollare tutto del giorno” i periodi di soggiorno a cui mirare sono molto più lunghi. In questo caso vi sono due soluzioni possibili: chiedere un visto all’ Ambasciata d’Argentina a Roma (attualmente con sito web in costruzione), ma le pratiche vi costeranno di più e i tempi saranno più lunghi (un anno e mezzo circa); rivolgersi direttamente da Buenos Aires alla Direction nationale des Migrations (www.migraciones.gov.ar). Una carta di soggiorno (DNI: documento naciónal de identidad) la si ottiene presso la Direzione delle Persone straniere (Dirección de las Personas extranjeras), sempre sul posto. L’Argentina fa parte del Mercosur (mercato del sud, al quale aderiscono molti paesi sudamericani), che corrisponde a una sorta di Unione Europea dell’America Latina.