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Vivere, lavorare, fare impresa e investire in Argentina: tutto quello che c’è da sapere sull’ Argentina.

vivere in argentina

Argentina, il paese degli “italiani che parlano spagnolo”

È un detto molto risaputo nella sfera della cultura ispanoamericana: “Gli Argentini sono Italiani che parlano spagnolo”. Se questo faccia onore a un popolo o a un altro non si sa, quello che è certo è che in Argentina “vive la più grande comunità al mondo composta da persone di discendenza italiana”. Questo paese immenso – basti pensare che soltanto la provincia di Buenos Aires è più grande dell’Italia – poggia la sua fama su miti e onirismi: è la patria del tango, della sconfinata Pampa, di personaggi politici quali il mitico Che Guevara o Eva Peron, importanti intellettuali e scrittori come Jorge Luis Borges, Julio Cortázar e, visto che l’ossessione nazionale è il calcio, come non nominare Diego Maradona (l’argentino più famoso dopo il Che) e Lionel Messi (star dell’FC Barcelona)? La sua capitale, Buenos Aires, offre un fascino e un’eleganza tipicamente europei (un mix tra Italia e Spagna) con interventi autoctoni. È la città della movida e del Tango (la famosa danza e musica frutto degli influssi provenienti dalle diverse etnie che hanno formato questo popolo), ma anche del churrasco o bife, la famosa bistecca argentina. Naturalmente, la gastronomia locale non si ferma qui ma se andate pazzi per la carne cotta sulle braci, enormi parillas (grigliate) vi attendono. Oltre al vino, prodotto tra l’altro nei vigneti della Pampa, gli argentini impazziscono per le bevande amare: il Mate (che viene preparato come il tè con un’erba molto amara) e … il Fernet Branca, il digestivo, ma anche la bottiglia che campeggia in ogni serata di fiesta, più famoso d’Argentina. Chi l’avrebbe mai detto!

La città offre interessanti spunti di visita dai grattacieli, tipici di ogni metropoli ai signorili palazzi ottocenteschi. Passeggiando lungo l’Avenida de Mayo numerose piazze con ristoranti e caffè si aprono a vista d’occhio. Il paese è tanto sconfinato (oltre 7.000 chilometri in lunghezza da Nord a Sud) da racchiudere diversi tipi di climi: dall’amazzonico a quello antartico. La provincia di Mendoza è una delle più turistiche e associate al vino (si concentrano qui molte aziende vitivinicole del paese). Per cui gli amanti del Malbec (uno dei più famosi vini locali) sceglieranno questa zona per prelibati percorsi enogastronomici. Se, invece, è la natura che riesce a risvegliare la vostra voglia di avventura, allora le spettacolari cascate di Iguazù (condivise con Brasile e Paraguay), il parco che le ospita da parte argentina (Parco Nazionale di Iguazú), dichiarato Patrimonio Naturale dell’Umanità dall’Unesco, sono imperdibili. Ushuaia è la capitale della provincia e città più agli antipodi che si possa immaginare. Non per altro esiste qui il museo “Della Fine del Mondo”, la cui visita è consigliata. A queste latitudini risuonano nomi come la Terra del Fuoco, Antartico, Isole dell’Atlantico meridionale. Oltre a Buenos Aires e Mendoza, città importanti per sviluppo e popolazione sono: Córdoba, Rosario (provincia di Santa Fe), San Miguel de Tucumán (Tucumán), La Plata e Mar del Plata (Buenos Aires). La Valuta attuale equivale più o meno a : 1 euro = 5, 45 pesos argentini (ARS).

Vivere, lavorare, investire in Argentina

Nonostante la presenza in massa “dei figli, nipoti e pronipoti” frutto dell’emigrazione italiana della prima metà del ‘900, non fatevi illusione, pochissimi parlano la lingua madre dei loro antenati. Quindi, lo studio dello spagnolo prima di partire, all’Istituto Cervantes o in loco, sarà necessario. Come per molti paesi del’’America Latina, partire in Argentina per un periodo inferiore ai tre mesi non richiede alcun visto particolare, basta soddisfare la classica formalità del passaporto valido per almeno sei mesi. Ma per “il mollare tutto del giorno” i periodi di soggiorno a cui mirare sono molto più lunghi. In questo caso vi sono due soluzioni possibili: chiedere un visto all’ Ambasciata d’Argentina a Roma (attualmente con sito web in costruzione), ma le pratiche vi costeranno di più e i tempi saranno più lunghi (un anno e mezzo circa); rivolgersi direttamente da Buenos Aires alla Direction nationale des Migrations (www.migraciones.gov.ar). Una carta di soggiorno (DNI: documento naciónal de identidad) la si ottiene presso la Direzione delle Persone straniere (Dirección de las Personas extranjeras), sempre sul posto. L’Argentina fa parte del Mercosur (mercato del sud, al quale aderiscono molti paesi sudamericani), che corrisponde a una sorta di Unione Europea dell’America Latina.

È un paese molto ricco, il primo in Sud America per il reddito pro capite più alto per abitanti, ma se la gioca con il Brasile e il Messico in quanto a sviluppo e ricchezza. Non si può dimenticare, comunque, che nel 2001 il paese visse un crisi economica epocale, dovuta ad un’improvvisa ed enorme fuga di capitali all’estero. Le misure adottate, tra cui il famoso corralito (blocco dei conti bancari, con limitazioni al ritiro di denaro), fecero esplodere il caos sociale, con tanto di saccheggi a tappeto dei negozi e dei centri commerciali, guerriglia urbana, che provocò la morte di una trentina di persone e l’emigrazione di molti argentini in Europa e soprattutto in Spagna. È soltanto dal 2003, con l’arrivo del peronista Néstor Kirchner (la cui moglie Cristina Fernández de Kirchner è l’attuale presidente in carica), e il suo rifiuto a pagare una grossa fetta del debito estero che i conti iniziano a tornare in nero e che il paese ricomincia a crescere (PIL al 7,5% nel 2010). Oggi, quello che è valido per molti paesi del Sud America – che già da alcuni anni rappresenta la nuova “mecca” per gli Italiani e gli altri Europei in fuga dalla recessione – è vero anche per l’Argentina: la politica del paese in fatto di immigrazione non è diversa da quella dei Governi nostrani (Italia e Europa): le porte sono aperte (e anche spalancate) per chi abbia soldi e intenda investire nel paese generando ricchezza. Per il resto, le difficoltà restano più o meno le stesse di un immigrato che tenti di stabilirsi alle nostre latitudini (fatte le dovute distinzioni).

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Se decidete di non regolarizzare subito la vostra situazione, fate attenzione: se avete ecceduto a risiedere nel paese al di là del tempo previsto dal permesso turistico – e “vi beccano” – dovrete pagare delle multe (circa 10 euro per ogni giorno in più); se non siete iscritti al’AIRE (anagrafe degli italiani residenti all’estero), il consolato italiano d’Argentina diventa per voi inutilizzabile; a volte, un permesso scaduto può provocare problemi con il conto in banca (se già l’avete aperto in Argentina) e i pagamenti verso l’estero vi potrebbero venire bloccati, una volta verificato – e l’impiegato di banca può farlo – che il vostro passaporto non è aggiornato a dovere. Tra i siti in cui potrete verificare le offerte di lavoro, il più noto è Computrabajo (www.computrabajo.com.ar), www.bumeran.com.ar, http://www.empleos.clarin.com/Postulantes, il classico Manpower o le altre società di lavoro interinale e, non da ultimo, i siti delle grosse aziende italiane che reclutano direttamente dall’Italia (Ansaldo, Tenaris-Dalmine, Pirelli, Eni, Benetton …). Ma tenete presente che molte imprese non vi contratteranno con un semplice visto turistico, puntate piuttosto su un permesso valido almeno un  anno. Un buon contatto può essere, inoltre, la Camera di Commercio Italo-Argentina (www.cacia.it), anche soltanto per inviare il proprio curriculum vitae che verrà inserito in un data base a disposizione delle aziende che cercano personale italiano. Per investimenti e attività di tipo imprenditoriale non trascurate di gettare un’occhiata al sito ufficiale del governo (www.argentina.gob.ar) e alla sezione Invertir en Argentina (www.argentina.gob.ar).

Alcune considerazioni, comunque, sono necessarie. Il tasso di disoccupazione è abbastanza elevato (8%); i salari non sono alti (da un minimo di 396 a una media di 789 euro al mese). Vero è che il costo della vita è molto, molto più basso rispetto all’Italia e con una media di 800 euro si può vivere più che dignitosamente, pagando un affitto di un appartamentino (camera, soggiorno e cucina). Se l’investimento immobiliare è in vista, contate su un valore medio, a Buenos Aires, di 1.200/1.300 euro al metro quadro (in quartieri medi come Barracas, Boedo, Chacarita, Flores, Monserrat), con punte che superano i 1.500 nei quartieri più prestigiosi (Palermo, Recoleta, Belgrano e Retiro). Per i “mollo-tuttisti”, alcuni blog/siti di connazionali rifugiatisi nel paese della Pampa torneranno utili. Tra questi, quello molto ben fatto della Comunità Italiana (www.largentina.org), che dà consigli utili per cercare lavoro e spiega molto bene come si vive paese paese d’adozione di questa comunità. Mario Linzi, invece, pensionato, redige un interessante blog che si rivolge soprattutto a chi, potendo contare su una minima rendita (o pensione), si trasferisce a vivere nel Mar del Plata.

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