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Colombia, terra a “rischio” … di non voler più ripartire.

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Vivere in Colombia: consigli e info utili

“Il rischio è di voler restare”: persino nel suo slogan il Ministero del Turismo colombiano rimane ancorato a un’immagine che nuoce al paese. Eppure la Colombia è molto cambiata negli ultimi anni e la messa in sicurezza del territorio – perlomeno rispetto agli anni più terribili dei numerosi sequestri da parte dei terroristi delle Farc (ma non ne sono ancora completamente fuori) e degli altissimi tassi di delinquenza comune – permette di godersi la parte migliore di questo paese pieno di fascino e di atout.

Per quanto chi arrivi a Bogotà (la capitale) si trovi subito circondato da squadre di poliziotti e militari – soprattutto in prossimità degli hotel di lusso dove alloggiano gli stranieri – confermando il quadro di una Colombia sulfurea e “pericolosa”, le cose cambiano d’aspetto quando si comincia a visitare la metropoli latinoamericana. Gli otto milioni di abitanti che abitano a 2.600 metri d’altitudine (uno dei tre rami della cordigliera delle Ande) vivono intensamente questa città brulicante di ritmo, attività, allegria e cultura. Gli italiani ritroveranno un non so che di “famigliare” quando, nel quartiere della Candelaria, si troveranno ad ammirare la cattedrale, costruita sul modello del Duomo di Firenze. Le visite ai due musei imprescindibili della città – Museo Botero e Museo dell’Oro e della civiltà precolombiana – si alternano a soste nei numerosi bar per un “tinto” (caffè), per gustare le buonissime arepas (frittelle di farina di mais ripiene di carne, formaggio, prosciutto) e per finire, nei numerosi ristoranti-bar-discoteche, tra cui il famoso Andrés Carne de Res, tempio de la fiesta, che si declina in carne alla griglia, rhum a gogo e danze indiavolate sulla pista (e sui tavoli). Insomma, a Bogotà la vita è animata e dolce come in molte altre parti del mondo e la popolazione locale – dal carattere dolcemente latino – estremamente accogliente.

Molti compatrioti hanno già scoperto questa culla della cultura andina ed è soprattutto a Cartagena, la più gettonata, sia per le bellezze naturali che per l’alto potenziale economico per quanto riguarda le attività turistiche, che l’hanno scelta come seconda patria. Fondata nel 1533, questa città nasconde dietro le sue mura un vero e proprio tesoro coloniale. Le facciate ocra, verdi e blu delle case i graziosi zapatitos, come vengono chiamati i piccoli taxi (scarpine in italiano) o le chivas (autobus multicolori), che riempiono l’aria con l’inconfondibile ritmo della musica salsa, accolgono il visitatore in un colorato vortice di allegria. Al di fuori del centro storico, la città si è sviluppata per diventare il polo turistico della Colombia ed è qui che immancabili ristoranti e pizzerie italiane fanno capolino da uno degli angoli più impensati e offrono le loro delizie a un pubblico nazionale e internazionale. Questi si concentrano, assieme a tutte le altre strutture ricettive, in immense torri situate a bordo mare. La città – che è anche un importante porto per le crociere – è anche il punto di partenza per altre destinazioni balneari dal paesaggio spettacolare, come le isole Rosaire, San Andrés, Punta Faro (dove si nuota sopra una magnifica prateria di coralli). Tra le altre città importanti: Medellín (la seconda città più popolata dopo Bogotà), Calí (economia e infrastrutture in forte crescita) e Bucaramanga (una delle sei più grandi agglomerazioni colombiane e in pieno sviluppo).

… Mollare tutto per vivere e lavorare in Colombia.

Grazie alla garanzia di maggiore sicurezza, l’economia della Repubblica colombiana è esplosa, sperimentando un tasso medio di crescita annuale pari a oltre il 5% dal 2002 al 2007; cifra ridotta nel 2008 e 2009, a causa delle conseguenze della grave crisi economica a livello mondiale. Il paese è tornato a crescere nel 2010 con un tasso pari al 4,4%, potendo contare su: un incremento degli investimenti stranieri, riforme economiche nel settore del gas e del petrolio, una politica monetaria prudente e un importante aumento delle esportazioni (petrolio, caffè, carbone, nickel, fiori recisi, banane). Il neo eletto presidente Juan Manuel Santos Calderon (agosto 2010), ha messo in evidenza quattro “locomotive” per stimolare la crescita economica: industria estrattiva, infrastrutture, costruzione immobiliare e innovazione. Inaspettatamente – perché non faceva parte del suo programma politico – Santos sta portando avanti un processo di miglior ridistribuzione della ricchezza, ricompensando i Colombiani che hanno perso la terra per colpa delle passate decadi segnate dalla violenza. Gli investimenti stranieri hanno toccato la cifra record di 10 bilioni di dollari nel 2008, sono calati nel 2009 (7,2 bilioni di $) per tornare a crescere nel 2010. Partner commerciali tradizionali della Colombia sono gli Stati Uniti e il Venezuela, il nuovo governo sta, tuttavia, incoraggiando l’apertura di nuove relazioni commerciali con Canada, Asia, altri paesi dell’America Latina e l’UE.

Ma non tutto è oro quel che luccica e molta strada deve ancora essere percorsa per rientrare nella “normalità”: le disuguaglianze sociali, l’alto tasso di disoccupazione e il narcotraffico (di cocaina ed eroina) restano rilevanti. La lingua ufficiale è lo spagnolo e qui, per noi italiani, è un po’ come giocare in casa, però, se si è perfezionisti un’infarinata della lingua locale non nuocerà. I classici e affidabilissimi (anche se cari) Istituti Cervantes (www.cervantes.es/italia/corsi_spagnolo_it.htm) di Roma, Milano, Napoli e Palermo – che offrono anche corsi online – potrebbero essere il primo passo da fare se si decide di lasciare un paese “ricco” (l’Italia) per un paese “del terzo mondo” (Colombia) … ma una città come Bogotà vi stupirà per la sua modernità. Esistono anche corsi online gratuiti, fra i tanti ci sembra simpatico quello di Babelmondo (www.babelmondo.it/spagnolo). Non sono richiesti visti per soggiorni turistici inferiori ai tre mesi, basta il passaporto valido per l’espatrio. Per una proroga è necessario rivolgersi al Ministero degli Esteri-dipartimento sicurezza (Direcciòn de Extranjerìa – Departamento Administrativo de Seguridad), che vi darà anche informazioni relative a permessi di soggiorno prolungati e di lavoro.

Il costo della vita e il lavoro

La valuta colombiana è il peso colombiano (COP). La conversione nel giugno del 2011 era pari a: 2.500 COP (4 euro = 10.000 COP). Per un occidentale il costo della vita in Colombia è molto meno cara e, naturalmente, i salari vanno di pari passo. Il salario medio di un colombiano nel gennaio 2011 ammontava a 535.600 pesos (circa 200 €). Per farsi un’idea di quelle che possono essere le spese quotidiane: il costo di un biglietto dell’autobus non eccede i 2€ e per una lunga corsa in taxi non si paga più di 10€. A seconda delle città un buon pasto in un ristorante può andare dai 2 ai 10 €; una birra o un cocktail (e sì, bisognerà pure uscire e divertirsi mentre si “sta cambiando vita”!) vanno sui 4/5€. L’abbigliamento costa decisamente meno (di 2 o 3 volte) rispetto all’Occidente e, quindi, sarà bene approfittarne per rifarsi l’armadio estivo. Gli affitti di un appartamento o una casa sono molto variabili, a seconda delle città e delle regioni: un piccolo appartamento vi potrà costare intorno ai 100 € al mese, mentre per una bella casa bisogna mettere in conto dagli 800 ai 1.200€. I prezzi degli immobili in vendita sono più elevati generalmente nella capitale o sulla costa caraibica: Cartagena batte il record nazionale per il prezzo del mattone più caro: 6 milioni di pesos/mq. Secondo uno studio pubblicato nel 2010, i quartieri più esclusivi della Colombia sono: Los Rosales, El Chicó e El Nogal a Bogotà; El Prado a Barranquilla, El Poblado a Medllín e Ciudad Jardín e El Peñon a Calí. Qui si trovano ville o begli appartamenti il cui valore oscilla tra i 500 milioni e 1.500 milioni di COP (tra i 200.000 e i 600.000 €). Bucaramanga, una giovane città in piena espansione sta vivendo un incredibile incremento del prezzo del metro quadro costruito. Qui un appartamento confortevole in un quartiere medio lo si acquista facilmente per 40.000€; in un quartiere un po’ più chic (Cabecera) sale a 100.000.

Se si parte all’avventura in uno dei paesi caraibici più promettenti, per il futuro, si potrà probabilmente tentare di “vivacchiare” nel settore turistico e qui Cartagena sarà la scelta giusta. Ma, tenete presente che tra affitti per gli alloggi e stipendi minimi l’equazione non è del tutto equa. I siti da “sfogliare” alla ricerca di un’occupazione: www.computrabajo.com.co e Manpower Colombia. Sul fronte di un investimento nei settori emergenti è sempre meglio partire con una consulenza ufficiale in loco, come Proexport Colombia  Aprire una piccola attività può costare molto poco e l’intorno è molto favorevole, soprattutto per quanto riguarda la cordialità delle persone. Per fortuna, il detto “italiani popolo di santi, poeti, navigatori e … artisti” è pur sempre valido e tra i “navigatori” italiani che si sono avventurati in terra Colombia e scrivono interessanti blog, vi consigliamo quello del – già molto noto tra gli amici delle “rete” – architetto Giovanni Pacciani (http://giovannipacciani.blogspot.com/), pieno di consigli molto utili e racconti di esperienze in diretta dalla patria del caffè.

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