La Food Valley europea è in Olanda

Di Gianluca Ricci

 

L’Olanda, comprese le terre faticosamente strappate al mare da un sistema di dighe e idrovore unico al mondo, è grande più o meno come Lombardia e Veneto messe insieme.

Un territorio di modesta estensione, dunque, che però produce una quantità tale di frutta e verdura da risultare il secondo Paese al mondo dopo gli Stati Uniti (grandi oltre 250 volte di più) per esportazione di prodotti agricoli.

Eppure, al di là dell’ampiezza delle terre disponibili, il clima non è certo temperato né favorevole alla crescita delle piante.

A fare la differenza sono stati gli investimenti innovativi e l’ottimizzazione di tutte le risorse, al punto che, nonostante negli ultimi anni si siano ridotte le quantità di acqua necessaria al sostentamento delle piante, si siano pressoché aboliti gli antiparassitari chimici e solo il 4% della popolazione si dedichi a questo settore, l’Olanda ricava dalla sua agricoltura oltre il 10% del prodotto interno lordo.

La Wageningen University & Research è considerato il più importante centro di ricerca agricola del mondo: esso si trova a un centinaio di chilometri da Amsterdam, nel bel mezzo di quella che è stata definita la Food Valley europea, un ampio territorio destinato all’agricoltura in cui le fattorie sperimentano sistemi di coltivazione sempre più efficaci.

L’ultima trovata è rappresentata dall’agricoltura indoor, realizzata all’interno di serre ad alta tecnologia oggi all’avanguardia.

Illuminazione a led, riscaldamento full time grazie allo sfruttamento delle falde geotermiche presenti in profondità, controllo digitale del processo di crescita delle piante sono pratiche “agricole” diventate ormai routinarie.

Ciò su cui si sta puntando invece con una certa pervicacia è il sistema migliore per conservare i prodotti una volta raccolti senza fare ricorso ad aiutini chimici: una diffusione su vasta scala di simili tecnologie potrebbe contribuire non poco a diffondere buone pratiche in grado non solo di preservare la qualità e l’integrità di frutta e verdura, ma anche di prolungare il tempo medio di vita di un prodotto e dunque di ottimizzare le procedure per la sua commercializzazione.

Ormai che il sole faccia capolino poche volte dalle nubi e che le temperature esterne siano adatte per lo più al pattinaggio su ghiaccio che alla coltivazione dei pomodori non è più un problema: mentre si pattina allegramente sui canali, c’è qualcuno che pochi chilometri più in là sta spedendo fagiolini e zucchine da qualche parte nel mondo.