Lavoro in Inghilterra? Con la Brexit conterà la qualifica

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Sono tanti gli italiani che hanno scelto l’Inghilterra come nuova meta per un cambio vita.

Le opportunità di lavoro, la possibilità di crescita professionale, e stipendi più alti (in rapporto però a un costo della vita superiore) sono tra i principali motivi che ancora oggi spingono tanti expat di casa nostra a partire per Londra, piuttosto che per Liverpool o Oxford.

Trovare infatti una prima occupazione in UK non è fatto difficile, soprattutto a Londra. Camerieri, baristi nei caffè o nei ristoranti italiani. Per chi vuole un lavoro temporaneo nella capitale inglese c’è davvero l’imbarazzo della scelta. Eppure qualcosa sta cambiando. Inevitabilmente con la Brexit – lo ricordiamo il processo che porrà fine all’adesione del Regno Unito all’Unione europea – gli scenari che si prospettano per i lavoratori stranieri sono molto diversi.

In particolare due saranno i fondamenti della nuova politica per l’immigrazione che verrà adottata da Londra, quando il Paese avrà lasciato definitivamente la UE: da un lato non ci saranno più corsie preferenziali per i cittadini Ue che entreranno nel Regno Unito, mentre dall’altro per i visti la priorità andrà ai lavoratori altamente qualificati.

È quanto ha deciso il governo britannico, accogliendo le indicazioni del Migration Advisory Committee (Mac), la commissione indipendente istituita per consigliare il governo sulle politiche migratorie da seguire dopo la Brexit.

Dopo il 2020, insomma, per tutti gli stranieri, europei compresi, sarà valido un sistema di facilitazioni riservato agli ingressi dei lavoratori a più alta qualificazione necessari in molti settori dell’economia britannica.

Il governo ha deciso all’unanimità di costruire un sistema basato sulle qualifiche, invece che sulla nazionalità, ha riferito una fonte di Downing Street alla Bbc. Tuttavia, un’altra fonte riferisce che nello scenario post Brexit per i cittadini Ue potrebbero essere decise regole più “morbide” per l’immigrazione, in funzione dell’accordo commerciale che Londra siglerà con l’Unione europea.

Intanto il Labour britannico apre all’opzione di un referendum bis sulla Brexit.

A stabilirlo la conferenza annuale del partito di Jeremy Corbyn, a Liverpool, approvando a valanga una mozione che prevede esplicitamente la possibilità di invocare un secondo voto popolare sull’esito dei negoziati con Bruxelles.

Insomma le cose potrebbero subire un’ulteriore modifica. Staremo a vedere.