Il mercato del lavoro, dunque, sembra in gran parte beneficiare della mobilità di cui parlavamo prima: si possono fare molte considerazioni etiche e sociologiche al riguardo. Vero è che la flessibilità ha dato un certo dinamismo al settore, creando opportunità sia per chi sta pensando di trasferirsi in Danimarca cercando un lavoro dipendente, sia per chi sta pensando di aprire un propria impresa. Nel primo caso vi consigliamo la lettura del link www.danimarca.cc/lavorare-danimarca.html. Nel secondo c’è un sito interessante che da indicazioni su come aprire un’impresa, piccola o grande che sia in Europa.
http://ec.europa.eu/youreurope/business/index_it.htm. In ogni caso altri due elementi che danno propulsione all’economia danese sono l’alta percentuale di donne che lavorano e una fiscalità che aiuta chi fa impresa. Se vogliamo prendere per buoni i dati della Banca Mondiale nello scorso anno le imprese hanno pagato in tasse circa il 30% dei loro profitti, contro quasi il doppio di quelle italiane. Certo sono invece molto tassati i redditi e i consumi, come dicevamo prima; ma dovendo i datori di lavoro pagare meno contributi, di solito, gli stipendi sono più alti.

A beneficiare del modello danese sembrano essere in particolare i giovani: la disoccupazione giovanile è più bassa che in altri paesi; sicuramente molto ma molto più bassa che in Italia; forse anche grazie ad un sistema scolastico e universitario di ottimo livello e, in gran parte statale. Un occhio al futuro che si traduce anche nello sviluppo della ricerca e dell’utilizzo delle energia rinnovabili: settore che sta facendo registrare buoni profitti e buone possibilità d’impiego.